Biografie

Neil Simon, “Questa volta è la mia storia”

Neil Simon - "Questa volta è la mia storia"

Amo vivere. Ho alcuni problemi con la mia vita ma vivere è la miglior cosa che siano riusciti a studiare fino ad ora.
– Neil Simon

L’ironia di Neil Simon (New York, 4 luglio 1927 – New York, 26 agosto 2018) è una lente di ingrandimento che mette a fuoco i meccanismi più profondi del funzionamento (o mal funzionamento) dell’individuo, con le sue nevrosi (alcune delle quali autobiografiche), attuali in ogni epoca e comuni a molti “personaggi” della grande commedia umana.
Il soggetto della commedia di Simon è la “middle class” americana che, pur se inserita in un contesto lavorativo e sociale apparentemente solido, ne percepisce lo “sgretolamento” e la conseguente fragilità e solitudine. Le sue commedie non terminano con finali esilaranti o falsamente ottimistici ma approdano alla capacità dei protagonisti di fare un passo indietro rispetto alle proprie miserie umane, smettendola di prendersi troppo sul serio e utilizzando l’ironia come “balsamo” sulla realtà. Questo meccanismo di “adattamento” al reale caratterizzava l’autore stesso che dichiarò: “Scrivere una commedia non allevia il dolore, ma ti permette di guardarlo da una certa distanza, oggettivamente anziché soggettivamente, e inizi a vedere una verità comune che ci collega tutti quanti”.

Neil Simon

Nato a New York nel giorno dell’indipendenza, figlio di un commesso viaggiatore al tempo della Grande Depressione, ebreo del Bronx, Simon è il primo autore a cui, in vita, sia stato intitolato un teatro (a Broadway nel 1983). La sua vita fu segnata da un’infanzia economicamente modesta ed emotivamente drammatica, con un padre assente per lunghi periodi e che lasciava la moglie (da cui divorziò) a occuparsi di Neil e del fratello Danny. I due giovani trovarono insieme evasione nelle sale cinematografiche (dove prediligevano i film comici ed in particolare Charlie Chaplin) e anche nella scrittura di commedie. Dopo le scuole superiori Neil si laureò all’Università di Denver, in Colorado, fu arruolato nell’esercito e iniziò la sua carriera scrivendo per il giornale del campo. Nello stesso periodo fu autore di “gag” per vari comici televisivi. Successivamente fu assunto da Warner Brothers’East Coast, dove iniziò a scrivere commedie con il fratello.

Drammaturgo e sceneggiatore multiforme, Simon scrisse, a partire dagli anni ’60, circa una quarantina di commedie rappresentate a Broadway e una ventina di film (molte delle sue opere teatrali ebbero una versione cinematografica e, per alcune di queste, divenute poi capolavori del cinema, Simon adattò la sceneggiatura). Debuttò come autore di teatro con Come blow your horn (1961), che non ebbe fortuna, ma a questa opera fecero seguito lavori che gli procurarono notorietà e fama come Barefoot in the park (1963) – che nel cinema ebbe il volto di Jane Fonda e Robert Redford nei panni di due sposini a New York in un appartamentino senza ascensore – e The odd couple (1966) – con i volti di Walter Matthau e Jack Lemmon sul grande schermo: due amici neo-divorziati che, convivendo, finiscono per litigare come marito e moglie. Seguirono altre opere comiche e famose fino alla trilogia semi-autobiografica e più “intima” e amara di Brighton beach memoirs, Biloxi blues e Broadway bound. Neil Simon produsse nella fase più tarda della sua carriera, come in un gran finale di commedia, una carrellata ironica e scoppiettante che iniziò con Rumors, e proseguì con il Premio Pulitzer Lost in Yonkers. Infine The goodbye girl, London suite, Proposals, The dinner party e 45 seconds from Broadway.
Neil SimonScrisse per l’America ma anche per se stesso: “Una risata in teatro è vita e sostentamento quando si arriva, come nel mio caso, da un’infanzia in cui si sentiva ridere poco e si sentiva più che altro la porta sbattere perché mio padre si prendeva un altro anno di pausa da noi”. Ricevette un numero record di nomination tra Oscar e Tony Award senza vincerne alcuno, forse penalizzato dal genere in apparenza “poco impegnato”. Simon non mostrò alcun impegno politico ma fu piuttosto uno “psicologo” e un “sociologo”, interessato agli intimi meccanismi di funzionamento dell’uomo, che ne determinano il comportamento anche su un piano sociale. Il Re della Commedia, con una penna prolifera ma al tempo stesso estremamente puntuale, ha dimostrato come nel microcosmo di una coppia si possono osservare temi universali e pandemici.
Di sé disse che tutta la sua vita fu una lunga commedia (morì a 91 anni), fatta eccezione per la malattia e la morte della sua prima moglie (Joan Bim) con cui ebbe due figlie e a cui dedicò la commedia Chapter Two, storia di un vedovo che ricomincia una nuova vita. In effetti Simon si sposò complessivamente cinque volte, due delle quali con la stessa (Diane Lander, tra il 1987 e il 1988 e tra il 1990 e il 1998) e l’ultima delle quali all’età di 72 anni (con l’attrice Elaine Joyce). Negli anni mescolò in varie dosi ironia e amarezza ad un ingrediente sempre costante: lo sguardo affettuoso verso i personaggi delle sue commedie, in cui si riconoscevano migliaia di spettatori oltre che egli stesso.

di Ines Capone – allieva Anime Sceniche.

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